Sono davanti al mio computer. Lo schermo – o Monitor – della mia Mac mi presenta un enorme lago azzurro, per me con tanti ricordi. E’ l’ora per fare un po’ di Meditazione.

Sento il suono dell’acqua, piccole onde che si sciolgono sulle pietre grigie e tornano strisciando lentamente, trasparenti, immergendosi nel lago azzurro. Una pietra più grande è rimasta brillante ancora per l’acqua dell’onda che si ripete regolarmente, seguendo il ritmo del mio respiro. Questa nuova ondata si è infranta di nuovo come le altre e come le altre se n’è andata, ma ha lasciato un castello sulla pietra brillante. Castello in miniatura, con una torre altissima, come un campanile, tre volte più alta del corpo del castello. Castello gotico, romantico, lavoratissimo, con alte vetrate e sottili colonne con capitelli istoriati e decorazioni florali. Mi pare di vedere due piccoli personaggi – forse un uomo e una donna – che corrono, saltano, scivolano, ballano, seguendo il ritmo del movimento delle onde, ma il castello va scomparendo, inghiottito dall’acqua azzurra, sempre più scura, fino al fondo, dove diventa una striscia orizzontale di un blu più scuro. E dietro alla linea dell’orizzonte sorgono, lontane, le montagne: la lunga catena delle montagne della Patagonia, alte e scure, coronate di bianco, bianco di neve purissima, di ghiaccio lucente e trasparente, sul cielo celeste senza nubi.

Io sono ancora sulla spiaggia, seduta fra le piccole pietre grigie che sono state qui da secoli, spinte dal respiro del lago. Quí posso ripetere il mio Mantra: Shamah, Shamah. Le onde del lago e le montagne azzurre coronate di bianco lo ripetono con me. Apro gli occhi.

Sullo schermo del mio computer le piccole onde del lago azzurro; le pietre arrotondate della sponda; sull’orizzonte le montagne blu della Patagonia coronate di neve bianca.

Mia Resta